
Non lo sapevate che io adoro andare in bicicletta? No?! Fino a tre anni fa, usavo addirittura la bici come mezzo di locomozione e a Roma, credetemi, ci vuole coraggio! Prendevo la mia bici e andavo al centro, di qua e di la', a studiare e poi via, su di nuovo in bici, a lavoro. Che bello! Anzi, fatemelo di' alla romana: chebbbello! E invece poi, e' arrivata la diagnosi e tra le cose che si e' portata via, ha preso anche la bici. La bici, una gioia per me. Anzi, ora che mi ricordo, e' stato l'interferone il colpevole principale, perche' una volta cominciata la cura, ho resistito forse un altro mese e poi ho mollato. Non riuscivo neanche a tenere in mano la borsa o a fare una rampa di scale, figuriamoci andare in bicicletta. Ma soprattutto la diagnosi e la cura mi avevano tolto la gioia di andarci e questa e' la malattia peggiore da sconfiggere: il sentirsi malati e la paura di non farcela! Adesso e' passata, la prima volta che sono rimontata in sella, per un tratto breve, non si sa mai, ero cosi' felice che mi sono commossa di gioia (sembravo una scema che rideva da sola!) e non chiedetemi di rinunciare ad essere felice, perche' non posso. E non voglio. Va be', tutto questo preambolo per dirvi che da una settimana sono risaltata in sella e sono andata, ed oggi e' stato il primo giorno in cui l'ho seriamente ripresa: 45 minuti di passeggiata, come ai vecchi tempi...sclerosetti, chebbbello!
Ve la dovevo proprio raccontare...la sclerosetta in bicicletta!